di Jessica Bottinelli*

Finalmente di una proposta concreta per combattere il degrado del mondo del lavoro. L’iniziativa “Basta con il dumping salariale in Ticino” chiede che ci sia un ispettore ogni 5’000 occupati in Ticino, significa 46 occupati per controllare circa 230’000 impieghi. Il testo prevede inoltre che ogni contratto di lavoro concluso in Ticino sia annunciato specificando una serie di dati come il salario, le qualifiche, la percentuale di lavoro il domicilio e l’età del dipendente all’Ispettorato cantonale del lavoro. In questo modo è possibile monitorare regolarmente la situazione e porre subito correttivi laddove necessario.
Vista l’attuale situazione del mercato del lavoro questa è una richiesta più che giustificata che permette di combattere gli abusi nel mondo del lavoro appena si verificano e non con anni di ritardo, come avviene con il sistema attuale che esige procedure lunghe e onerose.
I contrari, quelli che appoggiano il controprogetto, affermano che i costi sono spropositati, ma stiamo parlando di al massimo 6 milioni, vale a dire lo 0,18% della spesa totale del cantone.
Rendiamoci conto che ogni giorno ci sono nuovi casi di persone in assistenza o a beneficio della disoccupazione che, oltre che mettere in difficoltà intere famiglie, costano molto di più alle casse cantonali. I numeri nudi e crudi ci indicano che in Ticino la situazione ha ormai raggiunto livelli molto preoccupanti: secondo le statistiche ILO i disoccupati superano la soglia delle 11’000 unità, i sottoccupati sono oltre 17’000. Aumentano i posti di lavoro a tempo parziale e diminuiscono quelli a tempo pieno, segno che il lavoro diventa sempre più precario e molte persone cono costrette a barcamenarsi con più impieghi per poter vivere. Le autorità ce le negano, ma le statistiche concernenti i dati sull’assistenza confermeranno sicuramente questo trend molto negativo. Ma anche per chi ha un lavoro non son tutte rose e fiori: i salari mediani fra il 2008 e il 2014 sono diminuiti in molti settori stando alle cifre ufficiali, e in questi due anni è possibile che la tendenza sia ulteriormente peggiorata. Queste distorsioni del mondo del lavoro gravano sulle casse cantonali: sempre meno persone possono pagare le tasse e sempre più cittadini sono costretti a chiedere aiuto allo Stato per arrivare a fine mese, anche se hanno un lavoro. Lo 0,18% delle spese dello Stato per scoprire gli imprenditori disonesti e bloccare il dumping sul nascere sono un ottimo investimento nel futuro. Non dimentichiamo che quelli che oggi giudicano “insostenibile e eccessiva” questa spesa sono gli stessi che vogliono ridurre le imposte ai ricchi e alle aziende creando così un buco nella casse pubbliche stimato a 100 milioni. Prima di abbassare le tasse a tutte le imprese, anche quelle che assumono solo frontalieri a paghe da fame, pensiamo a garantire salari dignitosi che permettano ai residenti di poter vivere in Canton Ticino in condizioni altrettanto dignitose. Basta al dumping si muove in tal senso ed è per questo che i Verdi del Ticino la sostengono fermamente.
I ticinesi non hanno bisogno delle solite irrealizzabili promesse ma di misure concrete che possano ristabilire una situazione orma fuori controllo.

Contributo apparso sul portale Ticinonews
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jessicabottinelli

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