di GIUSEPPE SERGI*
Pochi giorni fa, su questo stesso giornale, avevo commentato criticamente la «gioia» di Governo e maggioranza dei partiti politici ticinesi nell’apprendere che il Parlamento nazionale avrebbe votato,nell’ambito della revisione della legge sui lavoratori distaccati, la proposta «ticinese» tesa a facilitare il rinnovo dei contratti normali di lavoro (CNL).
Vi è poco da essere allegri, avevamo detto, visto che questi contratti, assai diffusi in Ticino, non sono per nulla uno strumento contro il dumping, ma si sono invece rivelati uno strumento che favorisce il dumping; infatti far diventare legali (cioè validi per tutti coloro che vivono e lavorano in questo cantone) salari minimi indegni di 3.000 franchi mensili (spesso per solo 12 mensilità) non è certo un modo per combattere il dumping.
Non sembrava vero agli oppositori dell’iniziativa «Basta con il dumping salariale in Ticino» poter affermare, e infatti si sono subito rincorse dichiarazioni di soddisfazione, che loro il dumping lo combattono con misure «concrete», non con proposte considerate eccessive come quelle contenute nell’iniziativa MPS.
Ma la «gioia» è durata veramente poco, visto che al momento attuale (cioè a pochi giorni dalle votazioni finali in Parlamento) vi sono buone possibilità che il Consiglio Nazionale non voti queste misure, peraltro moderate e per nulla efficaci.
Ad opporvisi vi è, come sempre, l’UDC (quella che dice di voler combattere il dumping e vota, in passato come ora, contro qualsiasi straccio di misura che faccia anche solo solletico al padronato) e, senti senti, il partito di Vitta, il PLRT che in Ticino sta guidando l’offensiva a sostegno del controprogetto e contro la nostra iniziativa.
Che dire? Che questa volta non siamo nemmeno confrontati con promesse fasulle come quelle delle cosiddette misure di accompagnamento ai bilaterali. Questa volta le promesse rischiano di non diventare nemmeno realtà, al di là di quanto possano valere. E sarebbe a queste stesse forze politiche e alle loro proposte bidone che dovremmo affidarci per combattere il dumping in Ticino?
Un invito dunque a tutti gli elettori e le elettrici: non facciamo la fine dei bilaterali credendo a chi promette di attuare misure per proteggerci dal dumping e poi si prepara a boicottare anche le misure più blande.
Votate senza paura sì all’iniziativa «Basta con il dumping salariale in Ticino» e no al controprogetto ciofeca.
* Contributo apparso sul Corriere del Ticino del 22 settembre 2016