di Giuseppe Sergi

Il controprogetto vuole rafforzare e “professionalizzare” le commissioni paritetiche. Da questo rafforzamento dovrebbero venire maggiori e migliori controlli. Naturalmente ci si guarda bene dallo spiegare cosa sono e come funzionano tali commissioni. Vediamo di farlo noi.

Le commissioni paritetiche non sono organismi pubblici, né strutture permanenti. Esse sono costituite sulla base della conclusione di un contratto collettivo di lavoro (CCL). Sparito il CCL sparisce anche la commissione paritetica.

Le commissione paritetiche hanno come compito quello di verificare che le disposizioni previste dai CCL siano correttamente applicate. Per realizzare questo compito le commissioni paritetiche possono effettuare dei controlli nelle aziende. Lo fanno o attraverso una struttura di persone che lavorano per la commissione (come è il caso di alcune commissioni nel settore delle professioni dell’edilizia) oppure affidando dei mandati a delle fiduciarie che effettuano questi controlli.

Come finanziano la loro attività le commissioni? 

Attraverso i contributi professionali (trattenute sui salari ) che sono previste dai CCL. È evidente, come detto prima, che se un CCL non dovesse essere rinnovato, anche tali commissioni (e le persone che vi lavorano) sparirebbero.

La proposta di finanziarne il rafforzamento (il cantone pagherebbe il 50% dei costi di nuovi ispettori di queste commissioni) non solo lascia scoperta la maggioranza dei salariati (ricordiamo che oggi solo il 35% dei lavoratori è sottoposto ad un CCL), ma rappresenta uno spreco di denaro.

Perché? Perché le più importanti commissioni paritetiche, sia  a livello nazionale che cantonale, avrebbero già ampi mezzi finanziari per potenziare i controlli. Non lo fanno, in particolare poiché la parte padronale si oppone ad un eccessivo potenziamento dei controlli. E anche perché i soldi che non vengono utilizzati per i controlli, prima o poi vengono in qualche modo redistribuiti tra le componenti di queste commissioni (associazioni padronali e organizzazioni sindacali).

Un  esempio

La commissione paritetica nazionale del Contratto Nazionale del settore alberghiero  è una delle più  importanti della Svizzera. Effettua controlli attraverso degli uffici fiduciari. Ogni anno controlla 2’000 aziende – a caso – a livello svizzero, meno del 10% di tutte le imprese del settore (che sono oltre 25’000). In Ticino questi controlli riguardano un centinaio di aziende su oltre 2’300 aziende (che impiegano – in Ticino – quasi 14’000 dipendenti). Una percentuale di controlli assolutamente ridicola, in un settore nel quale le aziende controllate ogni anno mostrano tassi di irregolarità nell’applicazione contrattuale che possono arrivare anche al 70%.

Ebbene, tramite il CCL del settore della ristorazione e alberghiero, questa commissione incassa più di 9 milioni all’anno quali contributi per l’applicazione del contratto (pagati essenzialmente dai lavoratori). Per l’applicazione del CCL ne utilizza meno della metà, cioè circa 4 milioni. Vi sarebbero quindi ampi spazi perché questa commissione, come altre, rafforzassero in modo importante i controlli, li estendessero, assumessero degli ispettori. Questo, come detto, non viene fatto non perché non hanno  soldi, ma perché non vogliono eccessivi controlli.

La proposta del controprogetto vuole dare soldi a queste commissioni. Ovvero, sprecare il denaro pubblico. Altro che gestione oculata delle risorse e lotta al dumping!

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