di Matteo Pronzini*
Noi parliamo di dumping perché ormai è sexy farlo, secondo il presidente della Camera di commercio ticinese Glauco Martinetti. Io non so di cosa discuta lui abitualmente, ma personalmente ci sono decine e decine di argomenti che trovo più appassionanti, divertenti e stimolanti del dumping. Se parliamo di dumping è perché in questo cantone sempre più gente fatica ad arrivare a fine mese, ci sono sempre più disoccupati, sottoccupati, precari e sottopagati che sono obbligati a chiedere aiuti allo stato per sbarcare il lunario.
Non c’è niente di sexy nell’aumento del 10% delle persone in assistenza, anzi. Il calo dei salari e il precariato stanno pericolosamente diffondendosi, erodendo il potere d’acquisto della famiglie, e l’unica cosa che sanno proporre Governo e Parlamento sono nuovi tagli per chi già è penalizzato.
Il signor Martinetti, invece che lanciare sprezzanti battute, dovrebbe prendersi la briga, almeno una volta, di guardare le statistiche dei salari mediani. In Ticino guadagniamo oltre 1000 franchi in meno rispetto alla media nazionale. La differenza è del 17,2% ed è andata progressivamente aumentando negli ultimi dieci anni. I salari fra il 2008 e il 2014 sono calati in circa la metà dei settori, anche quelli con una bassa percentuale di frontalieri, e questo anche se la formazione dei dipendenti è migliorata. Quel che è peggio è che il trend al ribasso sembra accelerare: in due soli anni, fra il 2012 e il 2014, i salari sono calati per quasi tutti i tipi di formazione e in quasi tutte le fasce di età. Il Consiglio di Stato, ha promesso che sarà disponibile uno studio a fine anno. Significa che con il sistema attuale sapremo solo alla fine del 2016 come e perché sono calati i salari fra il 2008 e il 2014.
Il mondo del lavoro cambia velocemente e non possiamo continuare ad intervenire con anni di ritardo, quando ormai il danno è fatto. Per questo abbiamo bisogno di una statistica puntuale e costantemente aggiornata che ci permetta di capire quali sono i salari realmente retribuiti, a chi vanno i posti di lavoro, che tipo di qualifiche sono richieste, che tipo di contratto è proposta e tante altre informazioni. Una banca dati che permetta di individuare immediatamente le imprese che offrono salari indecorosi, che assumono percentuali anormalmente elevate di personale non qualificato o di interinali. In questo modo i controlli potranno essere più mirati. Non è burocrazia, è trasparenza.
E abbiamo bisogno di aumentare il numero degli ispettori per effettuare tutti i controlli necessari, perché i disonesti non mancano certo di inventiva per aggirare le regole, e lo abbiamo visto attraverso le fin troppo numerose notizie di cronaca degli ultimi anni. Dobbiamo cambiare sistema perché se oggi assistiamo a un calo generalizzato dei salari a una precarizzazione del lavoro significa che l’attuale sistema di controlli ha fallito. L’iniziativa «Basta al dumping» in votazione il 25 settembre è proprio questo: maggiore trasparenza e maggiori controlli per scovare i disonesti. Non sarà sexy, ma è quello di cui ha bisogno il Ticino per ritrovare un mercato del lavoro sano.
* Opinione pubblicata sul Corriere del Ticino del 22.9.2016
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